L’orientamento professionale può indirizzare la carriera verso un lavoro che possa essere non solo più sicuro e più remunerativo ma, soprattutto, più appassionante.
Un orientamento professionale efficace, anche attraverso percorsi di career coaching, può definire la strategia che userai nel mercato del lavoro per trovare un lavoro da svolgere con passione. Rifletti nel seguito dell’articolo sul perché.
Prendiamo due estremi come riferimento:
un lavoro completamente alienante, del quale non ti interessa nulla
un lavoro che corrisponde esattamente ai tuoi desideri e alle tue passioni, come per esempio quello del creativo (artista, cantante).
Naturalmente nella realtà esistono infinite sfumature tra questi due casi limite, ma un buon orientamento professionale deve partire da alcune considerazioni in queste circostanze:
nel primo caso, quando il lavoro non corrisponde alla passione o al desiderio, accade di norma che dedichi 6-12 ore di lavoro ogni giorno nel fare qualcosa che qualcun altro ti chiede; può essere un lavoro indipendente, che senso che ti consente un certo grado di autonomia, anche se è da “dipendente”, perché in ogni caso devi corrispondere ad una richiesta esterna; questo vuol dire che in questa condizione cederai migliaia di ore del tuo tempo in cambio di denaro; si tratta, quindi, di un tempo non “perso” perché hai in cambio denaro, ma “perduto”;
nel secondo caso, ovvero lavoro = passione, ci sono diverse condizioni di vantaggio: chi è in questa condizione, infatti, ha diversi vantaggi: certamente segue la propria passione invece di fare un lavoro contro voglia e, spesso, guadagna molto; inoltre, è in genere un’attività molto più sicura perché crea una figura “solida” nel mercato del lavoro, in continua crescita professionale; ma c’è un altro aspetto, fondamentale rispetto a tutto il resto: quando hai un lavoro che ti piace, vivi una condizione perfetta, quella per la quale non perdi tempo lavorando, nella maggior parte dei casi, ma aggiungi tempo; la tua vita, quindi, si raddoppia; il tempo di chi fa ciò che gli piace, quindi, è un tempo “aggiunto”.
Quali considerazioni devi fare quindi quando, per esempio attraverso un percorso di career coaching, segui un orientamento professionale che possa definire la tua strategia di ricerca di lavoro?
Ricapitolando, ci sono due modi di vivere: chi lavora facendo una cosa che non gli piace, e quindi vende il suo tempo per eseguire un lavoro alienante. Nel tempo che gli resta spenderà ciò che ha guadagnato nel tempo che ha perduto. Parliamo del cosiddetto “tempo libero”, che è complementare al tempo “perduto”; cioè chi ha perduto del tempo, vendendolo, lo occupa nel tempo libero, che è un tempo vuoto, un tempo di recupero, residuale, sempre molto meno del tempo perduto.
Chi, invece, fa un lavoro dove segue le proprie passioni, non ha né tempo perso né tempo libero, ma un tempo “aggiunto”, perché può lavorare anche 20 ore consecutive, come il musicista può comporre di getto per 20 ore, ma l’entusiasmo con cui fa quel lavoro, non consente né di perdere tempo, né avere tempo libero, ma di avere più tempo per fare ciò che farebbe comunque, per passione.
Un orientamento professionale efficace deve quindi partire da questa domanda: anche laddove mi voglio candidare a posizioni da lavoro dipendente, quali sarebbero le migliori opportunità professionali per me? Quali mi potrebbero consentire di vendere il mio tempo per una cifra significativa, senza perdere completamente il tempo venduto, ma cercando di trovare un lavoro dove la componente della passione entri almeno in parte?
Servizi di online coaching possono aiutarti a riflette su questi aspetti per definire un progetto professionale e compiere i primi passi verso la sua realizzazione.
In questo articolo trovi altre info sul “work engagement”.
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